Diastasi Addominale – Parla il Chirurgo Generale Stefano Olmi

Diastasi Addominale – Parla il Chirurgo Generale Stefano Olmi

Diastasi dei Retti Addominali

La diastasi dei muscoli retti dell’addome è una patologia non molto conosciuta, relativamente comune nelle donne dopo gravidanza.

Il termine deriva dal greco e significa “separazione”: si parla di diastasi addominale quando i muscoli retti – i muscoli principali della parete addominale anteriore, che decorrono verticalmente dalle coste sino al pube ai lati della linea mediana e dell’ombelico – si allontanano fra loro, lasciando la porzione centrale dell’addome libera dalla solidità offerta dai muscoli stessi.

In tale zona di debolezza quindi verrà a trovarsi, al di sotto del piano cutaneo, unicamente la fascia muscolare senza i muscoli, che si troveranno quindi più lateralizzati. Questo fenomeno è avvertito dalle pazienti come una zona più morbida e più debole circa al centro dell’addome, soprattutto nella regione ombelicale o nella regione compresa fra l’ombelico ed il pube, che rappresentano le zone più comuni di insorgenza delle diastasi, sebbene esse possano manifestarsi anche della regione sovra-ombelicale, sempre lungo la linea mediana. Tale zona, sotto sforzo, diventa evidente come uno spiacevole rigonfiamento.

La genesi del problema è spesso, come detto, conseguente a gravidanze in quanto la parete addominale – per permettere lo svolgimento della crescita del nascituro ed il conseguente parto – deve adattarsi, ed uno dei possibili adattamenti dell’addome è lo sviluppo di una diastasi.

Ernia

Associata alla diastasi, inoltre, è spesso presente una contestuale ernia ombelicale, di piccole-medie dimensioni. L’ernia, per definizione, è una perdita della continuità (cioè un buco) negli strati muscolari e fasciali dell’addome, entro il quale il contenuto addominale può impegnarsi, andando a formare un rigonfiamento chiaramente avvertito dal paziente, che normalmente riesce a ridurre l’ernia con una lieve pressione sulla stessa, riportandone il contenuto all’interno dell’addome.

Entrambi questi problemi generano disconfort, non solo estetico ma principalmente funzionale: la muscolatura dell’addome ha infatti un ruolo fondamentale in molti processi del nostro organismo, in primis nella respirazione, ed una muscolatura addominale non completamente funzionante può, a lungo termine, causare gravi disturbi a livello respiratorio e cardiovascolare.

Inoltre, i muscoli del torchio addominale (muscoli retti, muscoli trasversi, obliquo esterno ed obliquo interno) vengono attivati in praticamente tutte le attività aerobiche ed anaerobiche (corsa, scatto, esercizi in palestra, nuoto…) ed un loro non corretto funzionamento impedisce un armonico sforzo della muscolatura nel suo insieme, impedendo pertanto il corretto svolgimento delle attività stesse.

Da ultimo, le ernie in generale e l’ernia ombelicale di piccole-medie dimensioni in particolare sono a rischio di intasamento o di incarceramento, una eventualità rara ma possibile e soprattutto molto grave: avviene cioè che il contenuto erniato non si riesca più a ridurre dentro l’addome con una semplice pressione, ma resti “incastrato” (incarcerato appunto) nell’ernia, con tumefazione dolorosa e serio rischio per la vitalità del viscere erniato, sia esso intestino o adipe, con necessità di intervento in urgenza e possibili rischi conseguenti.

Per tali ragioni, in presenza di una diastasi dei muscoli retti con o senza ernia ombelicale contestuale è sempre indicata una valutazione clinica chirurgica, che meglio indirizzerà i successivi trattamenti. Il gold-standard attuale nel trattamento delle diastasi e delle ernie ombelicali è l’intervento chirurgico laparoscopico. Attraverso tre piccole incisioni lungo il fianco il chirurgo ridurrà il contenuto dell’eventuale ernia e riparerà sia la diastasi che l’ernia stessa.

La riparazione della diastasi potrà avvenire in primo luogo attraverso una serie di suture di avvicinamento che riavvicineranno i ventri dei muscoli retti (se essi saranno abbastanza elastici da consentirne l’avvicinamento) ma soprattutto attraverso il posizionamento di una rete protesica a rinforzare la parete addominale nella sua interezza.

Tale protesi, solidarizzata alla parete addominale internamente, andrà a coprire la diastasi e l’ernia ombelicale, ripristinando la continuità muscolo-fasciale e restituendo l’addome e la sua muscolatura alla propria normale meccanica. Il decorso postoperatorio, come per tutti gli interventi in laparoscopia, consisterà in un breve periodo di osservazione di 1-2 giorni, con rapida ripresa delle normali attività e scarso dolore postoperatorio. Ciò consentirà alla paziente di svolgere quindi le normali attività e gli sforzi fisici più gravosi con una muscolatura addominale perfettamente funzionante, evitando inoltre i rischi correlati all’ernia ombelicale ed impedendo possibili episodi acuti.

 

Dott. Stefano Olmi

Chirurgia Open e Laparoscopica – Policlinico San Marco di Zingonia

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