Pierfranco Simone
Responsabile del Centro di Chirurgia Plastica Post-Bariatrica
Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma
È ben noto che la diastasi dei muscoli retti dell’addome, ovvero la separazione sulla linea mediana dei muscoli della parete addominale, sia una patologia osservabile a seguito di gravidanze, spesso multiple o gemellari. Meno noto è che la diastasi possa insorgere in forme ancora più gravi nei pazienti ex-obesi.
Infatti, in condizioni di obesità gli imponenti accumuli di grasso all’interno dell’addome distendono, stirano e dilatano la parete muscolare. Lo sfiancamento dei tessuti è spesso protratto nel tempo, per periodi molto più lunghi rispetto ad una gravidanza. Le numerose oscillazioni del peso, l’”effetto fisarmonica” frequente nei pazienti obesi, agiscono come tante gravidanze, distendendo ripetutamente la muscolatura e rendendola estremamente assottigliata. Lo svuotamento che si ha con la perdita di peso comporta una estrema lassità e flaccidità. Nelle donne ex-obese la diastasi e la lassità possono essere molto più severe in quanto conseguenza delle fluttuazioni ponderali, ma anche delle gravidanze. È chiaro che questi meccanismi possano causare la diastasi anche negli uomini.
È da sottolineare che il dimagramento, oltre ad agire sui muscoli, determina i ben noti esiti a livello della pelle: gravi eccessi cutanei a carico dell’addome, del pube e di tutto il corpo.
I pazienti ex-obesi quindi, oltre a lamentare la ben nota sintomatologia dovuta alla diastasi, ovvero le alterazioni posturali, il mal di schiena, il senso di tensione, il dolore addominale e l’incontinenza urinaria, sono afflitti anche da tutte le problematiche correlate all’eccesso della pelle, ovvero fenomeni infiammatori ed infettivi a carico delle pieghe cutanee e limitazioni nei movimenti; questo oltre che a livello addominale si verifica in tutto il corpo.
In conseguenza dei meccanismi alla base della patologia, non legati al sesso, va quindi ribadito che se qualcuno pensa che la diastasi sia un problema solo femminile sbaglia; gli uomini ex-obesi presentano tutti questi disturbi!
È fondamentale comprendere pertanto che nel paziente e-obeso, la semplice correzione della diastasi dei muscoli retti, mediante la “chiusura” dello spazio tra i muscoli, non sia assolutamente sufficiente a trattare efficacemente il problema. La lassità generalizzata della parete muscolare, osservabile anche nei casi più gravi di diastasi a seguito di gravidanze, deve essere efficacemente corretta a mezzo di ulteriori tecniche chirurgiche, atte a mettere in tensione la parete muscolare e ripristinarne la funzione (plicature laterali aggiuntive).
Inoltre in questi casi non sarà possibile rimuovere gli eccessi di pelle mediante delle semplici mini-addominoplastiche, ma dovremo ricorrere ad ampie escissioni, quali addominoplastiche convenzionali con cicatrice bassa o in casi molto severi ricorrere ad addominoplastiche con cicatrice verticale (“addominoplastica ad ancora”). Il risollevamento del pube (puboplastica) viene sempre associato e contribuisce in modo fondamentale all’ottenimento di un eccellente risultato. Questa procedura trova molto spesso indicazione anche nelle pazienti sottoposte a correzione della diastasi post-gravidica, ma che presentano una notevole discesa delle parti più basse dell’addome.
Lo scopo degli interventi chirurgici è sicuramente quello di risolve le problematiche funzionali, quali pricipalmente postura e dolori a livello della parete addominale. Sarebbe molto falso e scorretto però negare il coinvolgimento estetico della diastasi! Sentirsi chiedere “a che mese sta signora?” quando si presentano gli esiti di una gravidanza occorsa molti anni prima può essere devastante a livello psicologico. Quindi non basta correggere la diastasi e continuare ad avere un addome globoso; è fondamentale analizzare ogni singolo caso ed elaborare un approccio personalizzato, con lo scopo di correggere gli aspetti funzionali ed estetici, quali lassità dell’addome superiore, presenza di depositi di grasso sull’addome e sui fianchi, asimmetrie, forma e posizione dell’ombelico, discesa del pube. Tutte queste variabili devono essere attentamente valutate al fine di pianificare l’intervento più appropriato per ogni singolo caso.
Pertanto, è intuibile che, data la complessità di molte di queste patologie, la correzione debba essere affrontata da professionisti super-specializzati. La esecuzione degli interventi addominali può richiedere operazioni impegnative, non eseguibili frettolosamente, e quindi, tranne che nei casi più semplici, si controindica la combinazione di interventi (altri interventi simultanei in altre sedi corporee). Infatti la maggior durata degli interventi chirurgici incrementa il rischio di complicazioni intra e post-operatorie, ed è fondamentale ribadire che nella chirurgia programmata è fondamentale contenere al massimo il rischio di complicazioni.
Presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma è attivo il Centro di Chirurgia Plastica Post-Bariatrica, nel contesto del quale sono attivi ambulatori e sale operatorie dedicati. Il Dottor Pierfranco Simone, responsabile del centro, è attualmente impegnato in un progetto di ricerca multi-specialistico sulle cause specifiche della diastasi e in particolar modo della diastasi nei pazienti ex-obesi. Lo scopo della ricerca è perfezionare le tecniche chirurgiche, per offrire approcci sempre più sofisticati e all’avanguardia.
In conclusione, se gli interventi chirurgici sono adeguatamente programmati ed effettuati possono risolvere completamente tutti i disturbi lamentati dai pazienti, sia funzionali che estetici, con un completo recupero e un notevole miglioramento della qualità della vita.