Dottore, cominciamo con qualche domanda sul suo lavoro: dove lavora, che tipo di attività chirurgica svolge e da quanto tempo.
Mi sono laureato e specializzato in Chirurgia Generale a Roma e da 16 anni lavoro nella I Divisione di Chirurgia dell’Ospedale S.Chiara di Trento, dove grazie al supporto e agli insegnamenti del mio Direttore, il Dr. Giuseppe Tirone, ho potuto dedicarmi particolarmente alla chirurgia mini-invasiva laparoscopica e robotica applicata in ambito oncologico e nella chirurgia della parete addominale.
Quando ha ideato la tecnica THT e da dove prende il nome?
La tecnica THT nasce nel 2017 come evoluzione di un intervento robotico che stavamo eseguendo in quel periodo. Ho voluto dare alla mia tecnica il nome del gruppo che circa 1 anno fa abbiamo formato con altri chirurghi degli Ospedali della mia provincia e che si occupa specificatamente di chirurgia dei difetti di parete addominale complessi, il Trentino Hernia Team (THT) appunto.
Da dove nasce l’idea della sua tecnica?
Nasce dalla ricerca di un ulteriore miglioramento dei risultati già buoni delle tecniche più tradizionali per la riparazione della diastasi dei retti.
Attualmente esistono principalmente due tipi di approcci chirurgici per la riparazione della diastasi: quello a cielo aperto o “open”, che lavora dall’esterno della parete addominale, e quello laparoscopico, che lavora dall’interno della cavità addominale.
Il primo approccio, attualmente forse il più diffuso negli ospedali italiani, è rappresentato fondamentalmente dall’addominoplastica, un intervento che si effettua attraverso un’ampia incisione, da fianco a fianco e che prevede la chiusura del difetto con delle suture tra le guaine tendinee dei retti e l’apposizione di una protesi sopra le suture stesse, in sede sottocutanea. Condotto da mani esperte, può dare buoni o ottimi risultati, ma è comunque un’operazione invasiva, che comporta rilevanti rischi di complicanze legati essenzialmente alle ampie dissezioni e al posizionamento della protesi in sede sottocutanea, e che richiede lunghi tempi per un pieno recupero.
C’è poi l’approccio per via laparoscopica (che può essere condotto anche con strumentazione robotica), nel quale attraverso tre o quattro piccole incisioni vengono introdotti nella cavità addominale gli strumenti chirurgici con i quali i muscoli retti e le loro guaine vengono riaccostati e suturati. L’intervento viene poi completato con il posizionamento di una protesi dall’interno dell’addome fissata con piccole “viti” o con suture. Questo tipo di approccio è molto elegante e meno invasivo del primo tipo di intervento, ma proprio perché condotto attraverso la cavità addominale comporta dei rischi, seppur minimi, nel breve ma soprattutto nel lungo termine di complicanze intestinali (lesioni, aderenze, occlusioni). Va sottolineato come queste evenienze si presentino raramente, ma tuttavia possono presentarsi con quadri clinici critici tali da richiedere un re-intervento chirurgico urgente.
La tecnica THT nasce con l’intento di evitare le possibili sequele dei primi due approcci sfruttando un piano di lavoro completamente diverso, ossia agendo nello spessore della parete addominale.
Inoltre la tecnica permette di eseguire una riparazione in linea con le più attuali evidenze scientifiche che dimostrano come esistano evidenti vantaggi se l’intervento viene condotto con chirurgia mini-invasiva, se viene utilizzata una protesi, e se questa protesi viene posizionata nello spazio retromuscolare, all’esterno della cavità addominale.
Può descrivere in parole semplici come si svolge l’intervento THT?
La tecnica prevede invece un’incisione di 3-4 cm sul perimetro inferiore dell’ombelico. Da lì si repertano le guaine dei retti e le si incidono per 1 cm circa per avere accesso allo spazio sottomuscolare su entrambi i lati. Le due branche di una suturatrice meccanica vengono inserite all’interno delle due guaine dei retti; questo strumento applica due linee di sutura meccaniche continue tra le guaine composte ognuna da tre linee sfalzate di micro graffette di titanio, l’equivalente di una chiusura lampo che tiene uniti i muscoli retti distribuendo la tensione in modo uniforme, anziché concentrarla su singoli punti col rischio che saltino nel tempo. Gli strumenti chirurgici rimangono all’esterno della cavità addominale, tra i muscoli e la guaina tendinea che li avvolge, così come la protesi che viene posizionata nello stesso spazio retromuscolare, evitando in questo modo il contatto con l’interno della cavità addominale e possibili lesioni o aderenze postoperatorie. D’altra parte vengono evitate ampie incisioni e dissezioni tessutali limitandosi alla piccola incisione ombelicale di circa 3-4 cm.
Visione della linea di sutura dall’interno dell’addome. È evidente come nessuno dei materiali usati possa venire a contatto con i visceri addominali.
La rete viene posizionata dietro ai muscoli retti ma sopra alla guaina posteriore degli stessi.
Che tipo di anestesia è necessaria e quanto dura l’intervento?
L’intervento si svolge in anestesia generale e dura circa un ora.
Come si svolge il periodo postoperatorio dopo l’intervento?
La ripresa è piuttosto veloce. L’intervento non comporta il posizionamento di tubi di drenaggio ne’ di punti di sutura (la ferita ombelicale viene chiusa con colla specifica), dopo due notti passate in Ospedale si po’ tranquillamente tornare a casa. Per due settimane è necessario portare una fascia elastica. Una attività fisica non impegnativa (es. marcia per 5 km/die) può essere ripresa dopo 15 giorni dall’intervento, dopo un mese si può tornare a praticare anche attività sportiva.
Quali sono le indicazioni per la THT?
La THT è indicata se a un anno dal parto vi è persistenza di diastasi dei retti (almeno 3 cm) associata ad almeno un ernia della linea mediana (ombelicale o epigastrica) anche se piccola.
Altre indicazioni alla THT sono i laparoceli della linea mediana, o ernie incisionali, difetti della parete addominale che insorgono su cicatrici chirurgiche esito di precedenti interventi addominali.
L’intervento è a carico del SSN?
Si, l’intervento viene eseguito in ambito Ospedaliero ed è coperto dal SSN.
Quali sono i riconoscimenti che l’intervento ha ottenuto ad oggi?
La THT è stata innanzitutto approvata dal comitato etico della nostra azienda sanitaria del Trentino (APSS) come procedura standard per i difetti di parete addominale della linea mediana.
È stata pubblicata su riviste scientifiche internazionali e presentata ai più rilevanti congressi di interesse nazionale ed internazionale suscitando un enorme interesse a tal punto che frequentemente chirurghi di altri ospedali italiani ed esteri vengono per stage di 1-2 giorni presso il nostro Ospedale per imparare la tecnica.
Come possono fare le donne affette da diastasi dei retti per chiedere un consulto con lei?
È semplice, basta prenotare una prima visita contattando la Segreteria della I Divisione di Chirurgia del S. Chiara (0461 903354) o il CUP (848 816 816).