Taping Neuromuscolare e Diastasi
Da quando la diastasi ha cominciato ad essere conosciuta e riconosciuta, molti si improvvisano terapisti di diastasi utilizzando tecniche dagli effetti miracolosi come ad esempio il taping neuromuscolare. È necessario essere oggettivi e non illudere le tante persone affette da questa patologia. La ricerca sta progredendo e si stanno facendo studi per valutare l’evolvere e il possibile miglioramento della diastasi con trattamenti non invasivi. Al momento però non ci sono studi che dimostrano che con esercizi o tecniche, dalle più disparate, si possa avere un miglioramento nei centimetri di diastasi.
L’applicazione del taping neuromuscolare, insieme al movimento del corpo, produce micromovimenti del nastro che stimolano i recettori cutanei e quelli degli strati sottostanti, inviando stimoli a livello del sistema nervoso centrale, che determinano una risposta muscolare riflessa. Il nastro inoltre, stimolando la sensibilità, riduce la stasi linfatica ed ematica, migliora la microcircolazione locale e permette l’assorbimento degli eventuali edemi.
Il taping neuromuscolare può essere applicato secondo due tecniche: decompressiva con effetto drenante-decontratturante e compressiva per migliorare la contrazione muscolare. In caso di distasi nel pre e post intervento la tecnica che può venire in aiuto al fisioterapista è quella compressiva. Il nastro viene quindi applicato con l’obiettivo di attivare la muscolatura addominale. Leggendo i principi del taping neuromuscolare, la tecnica appare miracolosa. Tuttavia è assolutamente errato pensare che la sola applicazione del tape possa dare buoni effetti per quanto riguarda l’attivazione degli addominali. Il nastro può aiutare in minima parte, mentre l’esercizio attivo è ciò che serve prioritariamente. Nel post-intervento l’utilizzo del tape può venirci in aiuto anche con la tecnica decompressiva in caso di edema a livello addominale e può aiutare l’effetto drenante del linfodrenaggio manuale.